Vitigni del Lazio, il Vino del Futuro: storie, cantine e sapori
La nuova Guida di Repubblica “Vitigni del Lazio, il vino del futuro: tra storie, cantine, sapori” è dedicata alle varietà di uve che da millenni prendono forma tra le città e i borghi delle Province di Roma, Rieti, Frosinone, Viterbo e Latina. Ognuno con le sue caratteristiche, terreni d’elezione, proprietà e legami con gli altri protagonisti dell’enogastronomia locale. Agli itinerari in ogni provincia e area di produzione si affiancano centinaia di segnalazioni sui produttori, su dove mangiare, su dove dormire e su cosa comprare. Il volume, realizzato in collaborazione con Regione Lazio e Arsial, è disponibile in edicola e online su repubblicabookshop.it/guide dal 23 ottobre 2024.
“In questo processo di recupero delle memorie delle nostre campagne il Lazio ha giocato un ruolo importante”, scrive nella sua introduzione Giuseppe Cerasa, direttore delle Guide di Repubblica: “Nomi come Bellone, Aleatico, Roscetto, Malvasia puntinata, Bombino, Nero Buono, Moscato di Terracina, Cesanese di Affile e Cesanese Comune, Pecorino, Biancolella, e potremmo continuare, sono ormai entrati nelle cantine laziali e nel gusto dei consumatori, che si sono appassionati in questa gara a scoprire il nuovo che sa di antico, di territorio, di storia. Ed ecco il perché di questa guida alla scoperta dei vitigni del Lazio, un modo per amare di più la propria regione, i borghi, il gusto, le tavole laziali andando alla scoperta di un calice e del mondo che vuole raccontare”.
I vini del Lazio raccontano un territorio unico
“I vini del Lazio raccontano un territorio unico.
Negli ultimi anni il panorama del vino del Lazio è cresciuto in maniera esponenziale e si è aperto diventando sempre più interessante. Bere vini laziali è non solo interessante, ma è coniugare la tradizione di buon cibo e buon bere”. Così Iside De Cesare, chef del ristorante stellato La Parolina di Trevinano, nel presentare la ricetta dei suoi Cappelletti di Cinta senese in brodo progressivo. Dalla Tuscia alla Ciociaria, ecco “libero cuciniere” Salvatore Tassa, al timone di Colline Ciociare, ad Acuto: “Io e il Cesanese siamo fratelli, perché siamo entrambi figli di questo territorio. La mia cucina parla la stessa lingua della vigna locale”, afferma nel raccontare la ricetta dei Ravioli di pecorino con riduzione di mosto di Bolla Urbano Cesanese.
E se Heinz Beck, chef 3 stelle de La Pergola, propone l’abbinamento per il suo Scampo, peperoni e gazpacho verde, Maurizio Serva de la Trota concentra la sua attenzione sul Bellone e sulla Malvasia Puntinata: “Noi abbiamo da sempre avuto ottima considerazione di questi vini, infatti realizzando una cucina incentrata sulle materie prime dei nostri luoghi, si intersecano con un pairing fondato su tradizione e storia. I vini dei fiumi e laghi si sposano benissimo con il pesce di acqua dolce, prodotto ittico, cui abbiamo giurato amore da sempre”. (fonte: www.repubblica.it)