È un legame profondo e viscerale quello che lega la cultura e le abitudini del territorio al vino e alla comunità agricola. Un’unione rivelata anche in una celebre frase dello scrittore Mario Soldati, che definì il vino “poesia della terra”.
In queste poche parole emerge il ruolo essenziale che il terroir gioca nella qualità e nell’unicità di ogni prodotto e una riflessione su come ogni vino racchiuda nel suo perimetro “umano” soprattutto una comunità che si muove all’unisono. (dal Manifesto del vino buono, pulito e giusto di Slow Wine. Articolo scritto da Annamaria Punzo)
Manifesto del vino buono, pulito e giusto. La cantina e la comunità agricola circostante
Il nono punto del Manifesto del vino buono, pulito e giusto della Slow Wine Coalition, rappresenta soprattutto un invito alla riflessione sulla collaborazione attiva tra due elementi fondanti di questo percorso: la cantina e la comunità agricola circostante. Al centro di questo legame ci sono la condivisione e l’impegno nel valorizzare l’intero sistema agricolo del territorio. È un principio che ha il sapore di una rivoluzione gentile, perché si fonda sull’idea che il benessere e la crescita di uno dipendano strettamente dal benessere e dalla crescita di tutti. La comunità agricola, nel contesto vitivinicolo, dunque, non può essere limitata solo ai vignaioli e ai loro collaboratori. Ci sono fornitori di materie prime, piccoli produttori di ortaggi e frutta, cooperative, associazioni locali e perfino ristoratori e botteghe che scommettono sull’identità rurale. In questa prospettiva ogni tassello contribuisce a dar vita a un ecosistema produttivo e culturale e, dunque, ciascuno è quasi naturalmente legato all’altro da uno scambio continuo. Ciò rende il territorio un ambiente ricco di possibilità, dove tradizioni, idee e saperi possono circolare liberamente. L’interazione diventa così osmosi e può aprire squarci fino a quel momento inimmaginabili. Continua la lettura sul sito di Slow Wine: www.slowfood.it/slowine/il-vino-e-il-legame-con-la-comunita-agricola/