Vulture Città Italiana del Vino 2026, il riconoscimento a un gruppo di 14 Comuni lucani

Sarà il territorio del Vulture, in Basilicata, la “Città italiana del Vino” del 2026. Il prestigioso riconoscimento, promosso dall’Associazione Nazionale Città del Vino, è stato assegnato a una coalizione di Comuni, 14, accomunati dalla storia millenaria dell’Aglianico del Vulture, vino tra i più importanti del Sud Italia: sono Rionero in Vulture, Melfi, Ginestra, Barile, Ripacandida (capofila), Rapolla, Genzano di Lucania, Atella, Acerenza, Palazzo San Gervasio, Lavello, Forenza, Venosa, Maschito. Nel giudizio della Commissione di esperti dell’Associazione Nazionale Città del Vino, di cui fanno parte oltre 500 Comuni a vocazione vitivinicola, il Vulture ha avuto la meglio su candidature presentate dall’Abruzzo, dalla Sicilia e dal Veneto.

Un programma annuale di attività enoturistiche relativo al mondo del vino 

Il riconoscimento di Città Italiana del Vino è nato nel 2021. Prevede e promuove la realizzazione di un programma annuale di attività enoturistiche, culturali, ambientali, socioeconomiche, relativo al mondo del vino nelle sue molteplici declinazioni. L’obiettivo è valorizzare i pregi e le peculiarità della cultura della vite e del vino del territorio e l’impatto che questa ha sulla società, l’economia, la gastronomia, il paesaggio e il patrimonio materiale e immateriale.

Vulture Città Italiana del Vino 2026, il riconoscimento a un gruppo di 14 Comuni lucani

 

Associazione Nazionale Città del Vino: Il Vulture lancia una sfida che in un certo senso può farsi bandiera delle aree interne

Paolo Corbini, direttore di Città del Vino, sottolinea “in primo luogo il valore e lo spessore di tutte e quattro le candidature, e la circostanza che siano rappresentative del Nord, del Centro e del Sud del nostro Paese. I quattro dossier esaminati sono il frutto di uno sforzo di riflessione e di elaborazione molto importante. E’ stato scelto un progetto che ha messo l’accento sulla connessione con l’aspetto dello sviluppo territoriale, con l’ambizione di costituirsi come vero e proprio laboratorio nazionale”. Anche il presidente Angelo Radica rimarca “l’ottimo livello di tutte e quattro le candidature, a testimonianza della centralità assunta dal riconoscimento di Città italiana del vino, che per la nostra associazione non può che essere ragione di soddisfazione. Il Vulture lancia una sfida che in un certo senso può farsi bandiera delle aree interne, nelle quali la vitivinicoltura può rappresentare un fattore di rigenerazione e rilancio”. (fonte: Associazione Nazionale Città del Vino)