Viticoltura 5.0: le innovazioni che stanno rivoluzionando il mondo del vino. Tecnologie d’avanguardia e gusti emergenti

Un interessante articolo di Financialounge.com sulla viticoltura 5.0 

Viticoltura 5.0, la nuova frontiera del business. Tecnologie d’avanguardia, cambiamenti climatici, gusti emergenti: sono tanti i fattori che spingono questo asset rilevante dell’economia italiana verso quel più vasto progetto della Commissione europea chiamato Industria 5.0, ovvero la quinta rivoluzione industriale caratterizzata da una fase di evoluzione del sistema produttivo che si basa sull’integrazione uomo-macchina e sulla centralità dell’essere umana. E quale settore più vocato di una filiera che si estende dalla terra al consumo, dalla coltivazione alla trasformazione alla vendita finale. La rivoluzione è trasversale, dall’intelligenza artificiale alle procedure di cantina, dai sistemi di vendita, al packaging. Alcune innovazioni più prorompenti determineranno la svolta decisiva, sia in termini ecosostenibili che di competitività. Altre più silenziose potrebbero prendere piede con più lentezza, o magari non lasciare il segno. Ma lo scenario è di grande fermento. (fonte:www.financialounge.com/viticoltura-5-0-la-nuova-frontiera-del-business/)

L’intelligenza artificiale

Nella viticoltura moderna, l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il monitoraggio e la gestione dei vigneti, consente di migliorare la qualità del raccolto e di ottimizzare le pratiche agronomiche. Le tecnologie IA consentono di raccogliere e processare in tempo reale dati che in passato richiedevano decenni di rilevazioni. Si riducono gli errori e aumenta l’efficienza. L’uso di Droni e sensori IoT, internet of things, consentono, per fare un esempio, addirittura di centellinare l’uso di acqua a seconda dell’esposizione di un singolo filare o addirittura di una singola pianta. Le immagini rilevate da diverse angolazioni e diversa luce, forniscono informazioni dettagliate sulla salute delle piante, la distribuzione delle malattie e lo sviluppo delle uve. Per non parlare del controllo di qualità, procedimento complesso che richiedeva la scelta di grappoli campione, la raccolta di singoli acini in diversa posizione rispetto al sole e alla luce, l’analisi in laboratorio e via di seguito. Oggi, tutto questo viene fatto a distanza, con maggiore accuratezza e immediatezza.

La Taste map

Un pool di scienziati delle Technical University of Denmark, California Institute of Technology e University of Copenhagen ha condotto un esperimento di degustazione con dati inseriti in un algoritmo per creare una mappa completa dei profili aromatici dei vini rossi, bianchi e rosati che “si allinea con l’intricata percezione umana del sapore”: la Taste map.

Il vino no alcool

Il vino no alcool, Na, in teoria è un non vino. Ma che si beve come se fosse un vino. Ha fatto irruzione sul mercato, ma si scontra ancora con tanti pregiudizi. Secondo una ricerca dell’Iwsr sui 10 principali mercati mondiali del settore (Usa, Regno Unito, Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Giappone, Spagna e Sudafrica), tra il 2023 e il 2027 il comparto globale della dealcolizzazione vedrà stabilizzare la propria crescita verso un 6% annuo in termini di volumi, il 70% circa però è rappresentato dalla birra analcolica che ha già fatto molta strada. Secondo Nomisma Wine Monitor 2024 il vino senza alcol è tra quelli destinati a maggiore crescita nei prossimi tre anni per il 19% dei consumatori, quota che sale al 31% tra la Gen Z. Leggi l’articolo completo su: (www.financialounge.com/viticoltura-5-0-la-nuova-frontiera-del-business/)