Il Verduno Pelaverga è un vino rosso prodotto con uno dei vitigni più rari del Piemonte. Se stai cercando un vino di tradizione e dal forte legame con il territorio di provenienza, allora ti consiglio di continuare a leggere questa guida che ho scritto per te. Qui troverai riunite in forma sintetica e completa le caratteristiche e la zona di produzione di questa importante denominazione (tra le 41 DOC del Piemonte) che nel 2025 segna una ricorrenza importante: il trentesimo anniversario del riconoscimento della DOC. Inoltre, ho inserito anche spunti di enoturismo.
Con quali vitigni si produce il Verduno?
Il vitigno principale per produrre il vino rosso Verduno è il Pelaverga piccolo. Utilizzato da sempre negli uvaggi con altri vitigni della zona, solo da pochi decenni viene vinificato in purezza. L’origine del nome “Pelaverga” deriverebbe dal latino “pellis virga”, riferendosi a una tecnica per favorire la maturazione delle uve mediante la parziale pelatura dei ramoscelli. In Piemonte esistono due vitigni autoctoni chiamati Pelaverga, distinti per caratteristiche genetiche e morfologiche: “grosso” e “piccolo”, a seconda delle dimensioni dell’acino sono cultivar a sé stanti. La tradizione lega l’introduzione e la diffusione in Langa del pelaverga piccolo all’opera del beato Sebastiano Valfrè nel Settecento, che lo avrebbe portato dal Saluzzese.
Qual è la zona di produzione del Verduno?
Nasce da pochi ettari di vigneto nei comuni di Verduno, La Morra e Roddi ad ovest di Alba, nel Cuneese in Piemonte.
Caratteristica distintiva: aroma speziato unico e intenso
Il vino ottenuto dal Pelaverga Piccolo ha un colore chiaro di rubino, con riflessi violacei, e un bouquet aromatico distintivo, facilmente riconoscibile per le sue note speziate. Il descrittore più comune è il pepe (bianco e verde), ma può includere anche sfumature di curry e coriandolo. Uno studio del 2021 del ricercatore Maurizio Petrozziello sottolinea: “Questo vino si distingue per il colore leggero e l’aroma speziato unico e intenso.”
Quali sono gli abbinamenti gastronomici ideali con il Verduno Pelaverga?
Il vino Verduno ha una spiccata vocazione gastronomica. A seconda della temperatura di servizio, si abbina bene a merende sinoire e antipasti come vitello tonnato o carne cruda, ma anche a primi piatti della tradizione piemontese come tajarin e agnolotti del plin. Sono eccellenti anche con piatti importanti come finanziera e bolliti misti. Da provare con preparazioni di pesce a base di pomodoro come cacciucco o calamari ripieni.
A che temperatura va servito un Verduno?
La temperatura ottimale per un Verduno, come per tutti i vini rossi giovani, è di circa 16°C. Se vuoi sapere come servire il vino alla giusta temperatura, ho creato una guida molto semplice con la tabella per ciascuna tipologia e come fare a livello pratico.
Quanti anni deve invecchiare prima di essere commercializzato?
Per quanto riguarda il periodo di invecchiamento, il Verduno Pelaverga DOC può essere immesso al consumo a partire dalla date del 1° marzo dell’anno successivo a quello di produzione delle uve.
Enoturismo
Ci troviamo in Piemonte – nel cuore delle Langhe – tra vigneti patrimonio UNESCO, edifici storici, cantine e paesaggi mozzafiato. I Paesaggi Vitivinicoli delle Langhe-Roero e del Monferrato in Piemonte includono cinque zone vinicole e un castello: Langa del Barolo, colline del Barbaresco, Nizza Monferrato con il Barbera, Canelli con l’Asti Spumante, Monferrato degli Infernot, e il Castello di Grinzane Cavour. Il Sito presenta colline coperte di vigneti, borghi, casali e cantine antiche, torri e castelli medievali. Si distingue per l’equilibrio tra le qualità estetiche dei suoi paesaggi e la varietà architettonica e storica delle costruzioni legate alla produzione di vini, considerati tra i più importanti al mondo.
Sitografia
- MASAF – Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e delle Foreste. Politicheagricole.it
- Associazione Verduno è – fondata nel 1994 con l’obiettivo di promuovere il comune di Verduno e il suo territorio. www.verdunopelaverga.it
- UNESCO Italia – Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO. Unesco.it