Inaugurato il nuovo vigneto realizzato nel Parco di San Sisto, alle pendici di Villa Celimontana a Roma. Il vigneto, che si estende su una superficie di circa 1.400 mq., si inserisce nel progetto Roma Mater Vinorum nato da un accordo di collaborazione con l’Associazione internazionale Iter Vitis riconosciuta dal Consiglio d’Europa, che ha, anzitutto, individuato le 7 specie storiche autoctone delle oltre 1.000 barbatelle utilizzate per l’impianto: Bellone, Nero Buono di Cori, Cesanese, Moscato di Terracina, Mammolo, Abbuoto e Malvasìa Puntinata. Si tratta delle specie di vitigni, infatti che costituivano i vigneti della Roma antica e che coprivano larga parte dell’area del Palatino, dell’Aventino e di quella poi divenuta dei Fori Imperiali.

Un laboratorio ambientale
Il vigneto di San Sisto, oltre ad avere una vocazione culturale, costituisce anche un presidio ambientale grazie alla collaborazione con la startup Citiculture che ha installato sui filari sensori climatici, alimentati da pannelli fotovoltaici, che consentono il rilevamento della temperatura e dell’umidità, della pressione atmosferica, dell’intensità dell’irraggiamento solare e della presenza di inquinanti come il particolato fine PM 2,5 e PM10. Tutte le informazioni sulle caratteristiche vegetazionali e ambientali sono illustrate da appositi pannelli didattici allestiti attorno al vigneto.
“È un piacere essere qui per celebrare un progetto straordinario”, ha detto il sindaco di Roma. “Oggi inauguriamo il primo vigneto urbano – ha aggiunto -. È il primo progetto pubblico d’Europa e questo ci riempie di orgoglio. Questo è un tassello di una visione di recupero di una dimensione fondamentale di Roma, legata alla terra, al cibo e all’agricoltura. L’idea fondamentale che replichiamo anche in altri ambiti è che non soltanto estendiamo quantitativamente la porzione di territorio destinata all’agricoltura ma inneschiamo anche processi di riqualificazione urbana. I vigneti come gli orti urbani favoriscono la partecipazione dei cittadini”.
