Il frico è un piatto tradizionale del Friuli Venezia Giulia, noto per la sua semplicità e per il gusto inconfondibile. La ricetta è legata alla Carnia, un territorio montano del Friuli Venezia Giulia, nella zona nord della provincia di Udine.
Il Frico: uno dei piatti più esclusivi del Friuli, una vera e propria prelibatezza
Il Frico non è un formaggio, ma una specialità culinaria, entrata nella lista dei formaggi P.A.T. Prodotti Agroalimentari Tradizionali, che si prepara con il Montasio D.O.P., il Latteria o il Malga. È citato già nel XV secolo dal maestro Martino da Como nell’opera “De Arte Coquinaria”. Al tempo rappresentava il pasto povero di boscaioli e contadini che utilizzano i resti del formaggio. Oggi il Frico è uno dei piatti più esclusivi del Friuli, una vera e propria prelibatezza.
La storia del Frico: un prodotto che esiste da almeno 25 anni
L’origine del “frico” (quella croccante è solo una delle numerose versioni esistenti; ma ve ne sono moltissime, nelle quali al formaggio – più o meno stagionato – vengono aggiunti altri ingredienti, come cipolle, patate, mele, erbe aromatiche) si perde veramente nella notte dei tempi. La prima ricetta scritta, con il nome di “Caso in patellecte” si trova nel “Libro de arte coquinaria” di Maestro Martino, cuoco del Patriarca di Aquileia Lodovico Trevisan nella seconda metà del secolo XV: “Piglia del caso (formaggio) grasso che non sia troppo vecchio né troppo salato…et tagliarai in fettolini… et habi delle patellecte (padellette) fatte a tale mistero…”. Nella tradizione della montagna, il frico croccante, insieme alla polenta fredda (ben soda) era cibo tradizionale che i boscaioli potevano trasportare negli zaini. Fonte: Agenzia regionale per lo sviluppo rurale del Friuli Venezia Giulia

Frico Croccante: preparazione, metodo di lavorazione, conservazione e stagionatura
- Si prende del formaggio stagionato (Montasio, latteria o malga) da 6 a 12 mesi e lo si grattugia.
- Si fa scaldare una padella di ferro unta leggermente (o un tegamino antiaderente) e vi si sparge in uno strato sottile ed uniforme una bella manciata di formaggio (a seconda delle dimensioni della padella e della quantità di formaggio, lo strato sarà pressoché circolare con un diametro dai 10 ai 15 centimetri.
- Si schiaccia con una paletta per far uscire il grasso in eccesso e, quando è dorato, lo si stacca con cura (per non romperlo) dal tegame e lo si fa rosolare dall’altro lato.
- Togliere dalla padella e far raffreddare su una carta assorbente da cucina. Ne risulta un “biscotto” di formaggio friabile e molto saporito.
La ricetta del Frico Morbido con patate e cipolle
Per ottenere un Frico morbido con una texture omogenea e compatta è fondamentale sminuzzare tutti gli ingredienti, in modo che si amalgamino bene e che abbiano una forma regolare. Un metodo utilizzato è quello di passare sia le patate che il formaggio nella grattugia a fori grossi, oppure tagliarli al coltello in piccoli pezzetti.
Ingredienti
- Patate 1.3 kg
- Formaggio Montasio 500 gr
- Cipolla 1 e mezza
Procedimento
Le dosi, e quindi gli equilibri, dei vari ingredienti variano di zona in zona, e soprattutto in base al gusto personale. Il primo passaggio è quello di tritare la cipolla molto sottile e farla soffriggere nell’olio. Si sbucciano quindi le patate e si grattugiano, una per una, nella grattugia a fori larghi. Si fa lo stesso per il formaggio, che può essere di diverse stagionature. Quando le cipolle saranno dorate si uniscono le patate e il formaggio, si aggiusta di sale e si mescola. Dopo circa 15-20 minuti si gira il Frico per farlo rosolare anche dall’altro lato a fiamma vivace in modo da far formare la crosticina croccante. Il Frico morbido va servito ancora caldissimo. Fonte: Promo Turismo del Friuli Venezia Giulia
Due vini friulani da abbinare al frico morbido con patate e cipolle
Il primo abbinamento è con il Refosco dal Peduncolo rosso. Un vitigno generoso che esprime le sue caratteristiche organolettiche a seconda del luogo di coltivazione, sui Colli Orientali del Friuli, in particolare, si racconta con una struttura di classe, dal sapore antico e un grado alcolico importante, ma mai eccessivo. Un vino che con la sua acidità, contrasta la grassezza del formaggio e pulisce il palato tra un morso e l’altro. Il secondo abbinamento è con il Collio Bianco o Collio Goriziano. Un vino del territorio, un Collio Bianco blend dei tre vitigni autoctoni regionali, friulano, ribolla gialla e malvasia, che uniti danno origine ad un vino sapido e fresco, con profumi delicati e gusto intenso. che ben si abbinano a questo piatto fatto con pochi ingredienti, ma con un gusto molto intenso e complesso in cui la dolcezza della patata si fonde con la sapidità e la grassezza del formaggio Montasio DOP.