Con le pene più severe per la guida in stato di ebbrezza la possibilità di poter acquistare una bottiglia con la consapevolezza di poterne bere anche solo un calice senza incappare nello spreco di prodotto e di denaro, va a incontrare il favore dei consumatori e dell’ambiente. «Un’indagine rileva che i ristoranti sono attenti allo spreco alimentare, ma i clienti risultano ancora restii a portare a casa il cibo avanzato – racconta il presidente di Fipe Confcommercio Vicenza, Gianluca Baratto -. Per questo la nostra iniziativa andrà a sensibilizzazione gli oltre duemila esercizi in provincia per combattere gli scarti delle materie prime e far riflettere i consumatori, attraverso claim e iniziative social. L’obiettivo è far sì che i clienti non si sentano in difetto a tornare a casa con il “rimpiattino” per mangiare quanto avanzato nei giorni successivi». (www.ilgiornaledivicenza.it)
La campagna “Il cibo non si butta”, iniziativa di Fipe Confcommercio Vicenza
La campagna “Il cibo non si butta”, iniziativa di Fipe Confcommercio Vicenza che aderisce al “Love food, no waste” della Federazione italiana pubblici esercizi, mira a fare della ristorazione berica un canale di promozione importante per la corretta gestione del cibo e del vino non consumati. Questo attraverso l’adozione e la diffusione di buone pratiche, tra cui l’utilizzo dei “rimpiattini”: contenitori di design studiati per portare a casa sia il cibo avanzato, sia il vino rimasto nella bottiglia.

Quattro le azioni intraprese con “Il Cibo non si butta”
- Prima di tutto (prima azione del progetto) un questionario sulle pratiche anti-spreco delle imprese e sull’atteggiamento del consumatore rispetto a questa problematica, che è stato compilato nelle scorse settimane da un campione di 200 associati tra ristoranti, bar (principalmente con cucina), pizzerie, pasticcerie. Dall’indagine risulta che i clienti sono ancora restii a portare a casa il cibo o il vino che hanno avanzato al ristorante: quando accade, solo il 43% chiede “sempre” o “spesso” di avvalersi di questa possibilità. Secondo il 73% del campione, poi, quando il commensale non fa richiesta di un contenitore take away per il cibo lasciato sul piatto è il personale a proporlo.
- La seconda azione messa in campo dal progetto è, infatti, la formazione del personale. Proprio per la grande attenzione sullo spreco di cibo già presente nei locali vicentini, c’è forse la sensazione che non ci sia più nulla da imparare: un locale su 3 che ha partecipato all’indagine, infatti, non ha effettuato, negli ultimi tre anni, corsi di aggiornamento sul tema. Invece aggiornarsi è particolarmente importante e sono dunque previsti, a marzo 2025, due specifici interventi formativi gratuiti, con focus sul menu anti-spreco, per titolari e dipendenti delle imprese associate a Fipe-Confcommercio Vicenza. I corsi saranno tenuti dallo chef Renato Rizzardi all’Università del Gusto, la scuola di cucina della Confcommercio provinciale.
- Per sensibilizzare i consumatori vicentini a portare a casa il cibo non consumato (questa la terza azione del progetto), sono state poi inviate a tutti i pubblici esercizi associati delle grafiche da inserire nei menu e nei canali social, che invitano a non sprecare cibo, ma a portarlo a casa.
- Infine (quarta azione del progetto), sarà incentivata l’adozione, da parte dei locali, del Rimpiattino, uno speciale contenitore studiato da Fipe nazionale con Comieco, adatto proprio al take away del cibo e del vino avanzati: con un ordine minimo previsto di 100 rimpiattini, Fipe Confcommercio Vicenza consegnerà alle aziende associate un quantitativo omaggio. (fonte: www.confcommerciovicenza.info)