Quando si parla di Trento DOC, si parla di vini di montagna, spesso da viticultura eroica. Nello specifico, si tratta di spumanti prodotti esclusivamente con Metodo Classico, lo stesso utilizzato per lo Champagne francese. Scopriamo di più su questo vino iconico italiano, a cominciare dagli aromi, passando per gli abbinamenti più adatti, fino alle cantine che lo producono.
Quali sono le sensazioni che si provano bevendo un Trento DOC?
Il Trento DOC ha segnato un record: è la prima DOC nata in Italia per il Metodo Classico (1993) e la seconda al mondo dopo la Champagne. Tipicamente, all’olfatto si presenta raffinato e deciso: con le sue note di pasticceria e farina appena macinata, e poi nocciole, mele cotogne, su un tappeto di fiori bianchi. Freschissimi e talvolta austeri da giovani, esprimono il meglio nelle versioni da lungo invecchiamento, quando alle note agrumate in progressione e alla lunga uscita sapido-minerale si aggiungono i sentori cosiddetti “terziari” come la pietra focaia, l’humus, il tabacco conciato e i funghi. Il Trento DOC può essere sia bianco che rosato, anche nella versione Riserva. I vitigni usati per la vinificazione sono Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Bianco e Pinot Menieur, in purezza o in blend.
Ecco dove può essere prodotto
In particolare, questo spumante può essere prodotto in 74 comuni della provincia di Trento nella Valle dell’Adige, nella Valle di Cembra, nella Vallagarina, nella Valle del Sarca, nella Valsugana e nelle Valli Giudicarie. Il terroir trentino ha di fatto consacrato il Trento DOC al vertice della spumantistica italiana: sia per le caratteristiche organolettiche che lo Chardonnay (introdotto agli inizi del ‘900) acquisisce in ambiente alpino, sia per l’attenzione con cui lavorano i produttori. Questi spumanti MC riescono a coniugare fragranza, armonia, freschezza, complessità, classe e longevità (Per esempio, il Giulio Ferrari Collezione riposa per oltre 16 anni sui lieviti).
La vocazione vitivinicola dell’area è sempre stata nota fin dall’età del Bronzo antico (1800-1600 a.C.) e del ferro finale. Ne sono testimonianza i vinaccioli rinvenuti nell’insediamento palafitticolo di Ledro (TN). Una innumerevole serie di altri ritrovamenti ci conduce fino alla situla reto-etrusca (IV secolo a.C.) rinvenuta a Cembra (TN) sulla quale è incisa una fra le più estese iscrizioni di epoca etrusca inneggianti al consumo simposiale del vino.
I migliori abbinamenti gastronomici
L’abbinamento con il cibo dipende, come per tutti i vini, dal tipo di vinificazione e dall’invecchiamento. In generale, se si cercando bollicine a tutto pasto, il Trento DOC è un’ottima soluzione. Soprattutto nelle versioni che hanno più di 3 anni. Scoprite come abbinare i piatti al giusto spumante TrentoDOC: brut, rosè o millesimato: Le Ricette
Wine Tour
Le case spumantistiche del territorio trentino. Le Cantine