Le vigne eroiche di Capri. La cantina Scala Fenicia

Se si è alla ricerca di una visita enoturistica indimenticabile, il posto giusto è la cantina Scala Fenicia a Capri. Perché? Innanzitutto, parliamo di viticultura eroica isolana, chiamata così per la difficoltà della lavorazione della terra dovuta alle grandi pendenze degli appezzamenti. Ma non finisce qui, perché la cantina è ricavata in una cisterna di epoca romana, i vitigni utilizzati sono rigorosamente autoctoni e allevati con il metodo tradizionale della pergola e dello spalatrone puteolano. Inoltre, dai vigneti si gode di una vista mozzafiato sul mare. L’azienda prende il nome dall’antica scalinata greco-romana che collegava Capri ad Anacapri, oggi di proprietà della famiglia Koch, che ha dato vita a questo progetto vitivinicolo per recuperare e rinnovare l’antica tradizione vinicola caprese. Ed è proprio grazie alla famiglia Koch che è tornato a rivivere il Capri DOC.

La cantina nasce all’interno di un’antica cisterna romana. Le sue spesse mura in pietra e la sua struttura a volta garantiscono un clima temperato durante tutto l’anno ideale per la conservazione del vino
La vinificazione del Capri Doc bianco avviene in una cantina produttiva dal 1818 e prima d’allora utilizzata come frantoio; infatti custodisce una mola, una vasca e una grande vite in legno d’inizio ‘800, oltre a un torchio per la pressatura delle uve, del 1850

Viti “maritate” ai limoni e una cisterna romana come cantina

Il vigneto di Scala Fenicia è suddiviso in quattro pezze (nome dialettale dei terrazzamenti) e si estende per circa quattro mila metri quadrati a un’altezza media di 80 metri dal livello del mare. Le viti sono “maritate” con piante di limoni, secondo l’antico sistema detto puteolano, pensato per consentire, coi suoi quattro metri di altezza, la circolazione dell’aria ed evitare il ristagno di umidità tra i grappoli. La conduzione è estremamente attenta alla naturalità, la raccolta viene fatta a mano, con l’aiuto di una lunga scala. La vinificazione avviene in una cantina adattata all’interno di un’antica cisterna romana, produttiva dal 1818 e prima d’allora utilizzata come frantoio; infatti custodisce una mola, una vasca e una grande vite in legno d’inizio ‘800, oltre a un torchio del 1850 per la pressatura delle uve.

Andrea Koch, viticoltore eroico a capo della cantina Scala Fenicia

Muretti a secco ed essenze di macchia mediterranea

È probabile che le vecchie viti siano pre-fillosseriche, su questo aspetto è in corso un approfondimento scientifico. Le viti si inerpicano sui versanti scoscesi del Monte Passetiello scandite dal ritmo dei muretti a secco. In realtà, più che di vigna si può parlare di giardino, perché le piante condividono lo spazio con le odorose essenze della macchia mediterranea, i limoni e gli ulivi.

Tutto qui è operato dalla sola mano dell’uomo: il terreno è lavorato con l’uso della zappa e non con le macchine. La raccolta è totalmente manuale. Forbici alla mano ci si arrampica sui pergolati e senza fretta si riempiono le cassette che poi vengono trasportate a spalla in cantina per la produzione del Capri DOC.

L’agriturismo e la cantina dell’azienda agricola Scala Fenicia. In basso a destra. Capri Scala Fenicia bianco D.O.C. prodotto interamente sull’isola da uve Greco (50%), Biancolella (30%) e Falanghina (20%)

Note di degustazione

“Il Capri Scala Fenicia è un bel bianco che si dona con generosità nel bicchiere. Intenso e fragrante al naso, con profumi agrumati, di piccoli fiorellini di campo e finocchietto selvatico. Il sorso ha carattere, è vivace nella freschezza e lungo nei rimandi agrumati e di erbette selvatiche” (Slow Food – Slow Wine

Visite guidate e degustazioni

Scala Fenicia organizza visite guidate al terreno e alla cantina. È, inoltre, possibile soggiornare nell’agriturismo. Info e visite: www.scalafenicia.com