Ho fatto una bella chiacchierata con Matteo Rossotto che mi ha fatto scoprire la Freisa Piemontese. L’ho incontrato durante l’ultima edizione di Go Wine, e nonostante io sia una grande estimatrice del Piemonte, del suo cibo e del suo vino, non mi era mai capitata l’opportunità di assaggiare questo uvaggio tipico della provincia di Torino. Matteo lavora per l’azienda di famiglia, la Vitivinicola Stefano Rossotto di Cinzano. Il suo entusiasmo e il suo sorriso mi hanno conquistata insieme ai suoi vini.
Ho iniziato la degustazione con un bicchiere di Freisa di Chieri giovane, fresca, frizzantina dalla beva facilissima. Un vino così schietto che ti proietta subito a tavola con un gruppo di amici.
La scoperta incredibile è avvenuta subito dopo bevendo la versione Freisa Superiore: strutturata, tannica, con chiare note di legno (affinamento di 9 mesi più 6 in bottiglia). Insomma completamente un altro vino dalla stessa uva.
Ma cosa è la Freisa di Chieri?
Probabilmente in molti associano il Piemonte al Nebbiolo, ma in realtà nella zona che si estende tra il Monferrato e la collina torinese l’uva locale è la Freisa da almeno 500 anni. Un vitigno a bacca nera che i monaci Agostiniani hanno custodito e diffuso fino a farla diventare la coltivazione tipica della zona.
L’azienda Rossotto è un punto di riferimento per vini piemontesi di qualità da circa un secolo. Oltre alla Freisa si coltivano Barbera, Bonarda e Malvasia che nella zona di Cinzano trovano un terroir d’elezione per la loro crescita e maturazione. La gestione familiare assicura ancora oggi un rigore nel metodo e un grande rispetto per l’ambiente in cui si producono i vini Rossotto. Da quest’anno sarà possibile anche fare un’esperienza a 360° nell’agriturismo annesso alla cantina.
I vini Rossotto sono inseriti nella guida Go Wine Cantine d’Italia 2022.