Castello di Solicchiata: la cantina mozzafiato che non si può visitare

Castello di Solicchiata: la cantina mozzafiato che non si può visitare

C’era una volta un barone con una visione tanto ardita quanto affascinante: costruire uno chateau alla francese con muretti in pietra lavica scolpita sul vulcano attivo più alto d’Europa. Potrebbe sembrare lo scenario di una favola. Invece, no. Esiste veramente! Si chiama Castello di Solicchiata. Ho scoperto dell’esistenza di questo gioiello etneo dal racconto diretto di Planeta, che ha un ruolo in questa storia. La tenuta, quasi inaccessibile ai visitatori in rispetto alla straordinarietà dei luoghi e della riservatezza della famiglia Spitaleri di Muglia, è parte di 60 ettari vitati. Rientra nello straordinario patrimonio del castello il Feudo Boschetto, coltivato interamente a Pinot nero con alcune piante che risalgono all’originario progetto ossia alla metà del 1800!

Castello di Solicchiata sul'etna

Dove si trova il Castello di Solicchiata

Il Castello di Solicchiata si trova nel comune di Adrano nel catanese. Si estende sulle pendici sud-occidentali dell’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa tutelato dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità.

Il più grande vigneto al mondo ad alberello terrazzato

Solicchiata è probabilmente il più grande vigneto al mondo ad alberello terrazzato, impiantato per il 70% a Cabernet Franc, 10% Merlot, 10% Cabernet Sauvignon, e il restante a varietà Bordolesi minori. Oltre 100 chilometri di muretti in pietra lavica scolpita, altezze che vanno da 700 a 1000 metri; 550.000 viti ad alberello. Parte dello straordinario patrimonio del castello è il Feudo Boschetto, coltivato interamente a Pinot nero con alcune piante che risalgono al 1855.

Il ruolo della famiglia Planeta in questa storia

Negli ultimi decenni, la famiglia Planeta ha esplorato la Sicilia quasi palmo a palmo. Infatti, ora, sono 7 le cantine in tutta l’isola. Da questo viaggio è nato il progetto Ab Insula: la summa degli incontri più sorprendenti che ha avuto in questi anni. Così alle produzioni dirette, si affianca oggi un catalogo che ha lo scopo di salvaguardare, valorizzare e promuovere le eccellenze siciliane (prodotti, progetti e persone dal carattere straordinario) in ambito vitivinicolo. Ad oggi sono 2: Serra Ferrandinea e Castello di Solicchiata. Nell’ottobre 2022, Planeta firma uno storico accordo con la famiglia Spitaleri di Muglia per commercializzare in esclusiva i vini del Castello, oltre a occuparsi delle strategie di valorizzazione del catalogo e dell’affiancamento nella fase produttiva, fornendo la propria expertise in viticoltura ed enologia.

I vini Castello di Solicchiata

I vini prodotti da Castello di Solicchiata sono 6:  3 etichette a base Cabernet Franc e 3 Pinot nero in purezza. Solo varietà francesi, così come era la volontà del fondatore già da metà Ottocento. Tutti i vitigni sono allevati su terreno vulcanico frutto di colate laviche etnee a terrezze con il sistema dell’alberello ad una altitudine che tocca anche i 1200 metri s.l.m.

vini castello solicchiata

Chi sono gli Spilateri di Muglia

Gli Spitaleri di Muglia sono una famiglia di nobile e antichissimo lignaggio: il nome deriva infatti da ‘Ospidalieri’, cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme e poi di Malta, baroni crociati arrivati sull’Etna per commercializzare vino alla fine del XIII secolo, sulla via del ritorno dal viaggio a Gerusalemme. Illuminati agricoltori, vantano il primato di aver portato per primi la coltivazione della vite sull’Etna, e di aver perpetrato l’attività agricola seguendo  l’avvicendarsi  di  diverse  dominazioni  e  culture (dal  fiorente commercio altomedioevale alla sospensione della dominazione moresca, fino alla ripresa del XVI secolo).

Il progetto dello chateau alla francese

Castello Solicchiata è un progetto unico nel suo genere, ideato a metà dell’Ottocento da Felice Spitaleri – il più giovane senatore del Regno d’Italia fautore del Risorgimento vitivinicolo italiano. Il barone concepisce una visione tanto ardita quanto fascinosa: costruire sull’Etna uno chateau alla francese, con centinaia di terrazzamenti scavati nella roccia lavica e un modello di produzione all’avanguardia. La sperimentazione delle varietà internazionali è affidata al più famoso geo-botanico e ampelografo dell’epoca: Padre Francesco Tornabene, afferente alla famosa scuola catanese e fondatore dell’orto botanico di Catania. La progettazione architettonica viene guidata da Andrea Scala, che si ispira ai palchi dei teatri all’italiana per disegnare gli oltre 300 ettari di terrazzamenti vitati.

Il vino italiano più premiato ai concorsi internazionali e universali del XIX secolo

Solicchiata diventa così il luogo eletto dove coltivare famose varietà alloctone e produrre grandi bottiglie, eleganti e uniche, in grado di dialogare con il mondo del vino internazionale guadagnando i palcoscenici dei maggiori concorsi enologici dell’epoca. Il vino di Solicchiata, infatti, vince il primo premio all’Esposizione di Londra nel 1888, il Grande Diploma d’Onore e Medaglia d’Oro a Palermo nel 1889, Vienna 1890, Berlino 1892, Bruxelles 1893, Milano 1894 e fu la prima fornitura ufficiale della Real Casa d’Italia, rimanendo il vino italiano più premiato ai concorsi internazionali e universali del XIX secolo.