Intervista ad Arianna Occhipinti, Natural Woman del vino che celebra 20 anni di amore per la biodiversità e rispetto del territorio

“Lavoriamo in modo biodinamico in campagna e accompagniamo naturalmente i vini nel loro percorso in cantina, consideriamo la terra, il viticoltore e l’agricoltore come elementi interconnessi in un unico movimento armonico. Il mio è un vino rispettoso delle proprie unicità e di chi lo berrà, perché è un vino sano, sincero, che non fa male”.

Arianna Occhipinti

L’unico vino possibile è quello naturale

Arianna Occhipinti, nata a Marsala e cresciuta a Vittoria, eredita la passione per il vino dallo zio Giusto, fondatore dell’azienda agricola COS, e dal padre architetto, che le ha trasmesso l’amore per la campagna e l’attitudine progettuale. Il suo primo incontro con il vino avviene a 17 anni, accompagnando lo zio al Vinitaly e rimanendone affascinata. Dopo gli studi in Viticoltura ed Enologia a Milano, matura l’idea che l’unico vino possibile è quello naturale, espressione autentica del territorio.

Il ritorno in Sicilia

Nel 2004 torna in Sicilia e avvia la sua azienda a partire da un ettaro di terreno coltivato a Nero d’Avola e Frappato accanto al palmento di Fossa di Lupo e negli anni successivi, amplia i suoi vigneti recuperando piccole vigne in diverse contrade. Nel 2003, in una lettera al critico Luigi Veronelli, Arianna rende omaggio alla terra e prende posizione contro l’enologia industriale e nel 2012, un articolo del New York Times la lancia come figura di spicco del vino naturale a livello globale. Nel 2013, pubblica il libro “Natural Woman”, in cui racconta la sua storia e la sua visione del vino, con l’idea di incentivare e alimentare un sogno nei lettori.

La nostra intervista esclusiva ad Arianna Occhipinti, Natural Woman del vino

Arianna Occhipinti

1. Puoi descrivere in poche righe quali sono le caratteristiche che più ti affascinano dei vitigni che hai scelto per i tuoi vini?

Per me il vino non può essere che autentico, nel racconto del territorio da cui proviene, delle stagioni che ha vissuto, della personalità di chi li produce. Per questo coltiviamo solo vitigni autoctoni qui a Vittoria. Il Frappato si distingue per il suo carattere sanguigno ed elegante, mentre il Nero d’Avola per la sua natura aristocratica e passionale. Il Cerasuolo di Vittoria DOCG è armonioso e ambizioso, mentre il Grillo di Santa Margherita austero e superbo. Il moscato di Alessandria si presenta aromatico e l’Albanello agrumato, con spiccata acidità.

2. C’è un’etichetta alla quale sei più legata? Se sì, quale?

Il Frappato è un vino a cui sono profondamente legata, da lì è iniziato tutto il mio percorso. Nasce dal mio sogno di ragazza di fare un vino che sapesse della terra che lavoro, dell’aria che respiro, e dei miei stessi pensieri. È aspro, sanguigno ed elegante. È Vittoria e i monti Iblei. È il vino che più mi somiglia, coraggioso, originale e ribelle. Ha origini contadine, per questo ama le sue radici e il passato che si porta dentro.

3. C’è molto dibattito intorno al mondo del vino naturale, tu cosa ne pensi? Cos’è un vino naturale per te?

Non amo etichettare i miei vini secondo dei metodi, sono vini nati dall’amore costante di chi li ha prodotti, dal rispetto per la terra e per la vigna, dal territorio e dalle singole parcelle dalle quali provengono. Il rispetto e l’accettazione sono i nostri valori principali. Rispetto per la biodiversità e per la vigna con gesti sapienti di un’agricoltura sensibile e naturale, che considera il vino come un essere vivente. Lavoriamo in modo biodinamico in campagna e accompagniamo naturalmente i vini nel loro percorso in cantina, consideriamo la terra, il viticoltore e l’agricoltore come elementi interconnessi in un unico movimento armonico. Il mio è un vino rispettoso delle proprie unicità e di chi lo berrà, perché è un vino sano, sincero, che non fa male.

4. Qual è la ricetta della tradizione che più adori? A quale delle tue etichette l’abbineresti?

Io ho origini marsalesi, e i miei ricordi d’infanzia sono legati al mare dello Stagnone di c.da Spagnola e alle campagne di Castelvetrano. Ricordo ancora il gusto salino e di alga di quel pesce e le ricette semplici ma genuine di mio nonno. Una delle mie ricette preferite, che fa parte della tradizione, sono gli spaghetti con trancetti di triglia dello stagnone e pomodoro, ma anche la pasta fresca con bottarga di tonno, prezzemolo, aglio e scorzetta di limone. Un vino che ne esalta particolarmente la sapidità e il gusto di questi piatti è il mio Grillo di Santa Margherita, due ettari a 495 metri sul livello del mare. I suoli calcarei e gessosi donano al vino un carattere austero, minerale e salino.

5. Enoturismo in Sicilia: quali sono i luoghi meno conosciuti che consiglieresti assolutamente di visitare?

A due passi da Vittoria, sui monti Iblei c’è Chiaramonte Gulfi, antico borgo circondato da una pineta, dove si possono fare lunghe passeggiate di trekking, circondati da muretti a secco, antichi alberi secolari di ulivo, dove in giornate nitide si riescono a vedere le borgate marittime ma anche l’Etna. La pietra bianca calcarea fa da protagonista. Qui si possono assaggiare i prodotti di montagna di questa zona e visitare alcune cantine.
Un’altra zona che consiglio, nella punta a nord della Sicilia, è la zona della Doc Faro che guarda il mar tirreno.

Vini di Contrada, etichette che esprimono le caratteristiche dei singoli territori

L’Azienda Agricola Arianna Occhipinti. Una filosofia produttiva basata su pratiche agricole biologiche, biodinamiche e naturali

La filosofia produttiva Occhipinti si basa su pratiche agricole biologiche, biodinamiche e naturali in genere, e metodi di vinificazione naturale sia nei vigneti che in cantina, percependo territorio, vignaiolo e agricoltura come un unico movimento. Per Arianna, il vino deve essere autentico, racconto del territorio, delle stagioni e della personalità di chi lo produce. La produzione vinicola comprende 10 etichette, con particolare attenzione ai vini di contrada, che esprimono le caratteristiche dei singoli territori.

Azienda Agricola Arianna Occhipinti

Oltre al vino…

Oltre al vino, l’azienda produce olio e, con l’obiettivo di conservare e tutelare la biodiversità e l’equilibrio tra piante, animali, piccoli organismi e la Natura in genere, viene coltivato grano Tumminia – antica varietà autoctona siciliana – alberi da frutto come pere, arance, mandarini e cedri, e capperi selvatici dei Monti Iblei per un totale di circa 26 ettari, affiancati da 1500 metri quadrati di orto, intervallati da mandorli e carrubi. La produzione di farina, pasta, biscotti, succhi, marmellate e confetture va a comporre la linea di prodotti Orto&Dispensa, trasformati in collaborazione con artigiani locali. Il lavoro di Arianna Occhipinti è riconosciuto a livello internazionale, con distribuzione in 60 paesi e una produzione annua di circa 160.000 bottiglie. Contatti: Azienda Agricola Arianna Occhipinti: www.agricolaocchipinti.it

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