Calanchi lunari scolpiti dall’impeto della natura digradano verso le acque cristalline delle spiagge dorate di Metaponto. Le fragranze sublimi dei gigli danzano nell’aria, mentre il tepore della sabbia finissima avvolge i piedi nudi. È il corpo che coglie in ogni fibra l’essenza della Basilicata. Questa terra di contrasti e meraviglie ci conduce per mano in un viaggio indimenticabile.
Assolutamente da non perdere i Sassi di Matera e la Murgia materana
Dalla costa ionica, a poco meno di un’ora (verso nord) ecco materializzarsi lo splendore della Murgia di Matera e dei Sassi. Si tratta di aggregati di case intrappolati nella nuda pietra, che sembrano un’eco dell’antica Cappadocia. Dalle ceneri della bellezza materana “espressiva e toccante” – rubando le parole a Carlo Levi che aveva denunciato le condizioni di vita insalubri degli abitanti degli antichi rioni –, Matera come un’araba fenice è risorta. Infatti, è stata il primo sito del Sud Italia Patrimonio dell’Umanità (1993). Inoltre, è stata nominata capitale della cultura europea per il 2019. Qui, i pensieri si lasciano dominare dallo strapiombo che fa da culla al torrente Gravina. Mentre, davanti agli occhi, si mostra mistico e inarrivabile il Parco delle Chiese Rupestri.
Tra i labirintici vicoli del Caveoso si possono vivere delle vere e proprie esperienze enogastronomiche. A cominciare dalla degustazione di specialità tradizionali dal sapore unico. Come il caciocavallo podolico, l’oliva infornata di Ferrandina, il pezzente di montagna Materana (tutelati come Presidi Slow Food) e i peperoni cruschi. Tutto è esclusivamente lucano, proveniente dalle più disperse, minuscole e genuine aziende regionali.
Il pane ha perso il profumo… ma non a Matera
Il principe della tavola, però, è il gustosissimo pane di Matera. Dall’accattivante forma a montagnetta e il bel colore bruno, questo pane deve la sua gustosità e serbevolezza (fino a 7 giorni) alla semola di grano duro. In particolare, al riscoperto Senatore Cappelli, coltivato sulle colline argillose che circondano la città. Cotto in enormi e storici forni a legna, è lavorato a mano, come la centenaria tradizione comanda.
Cosa bere? Un grande vino rosso italiano: l’Aglianico del Vulture
Il profumo rassicurante del lievito madre del pane che persiste sulle mani, riporta alla mente altri sentori. Quelli di lamponi, arricchiti da note di mentuccia e felce, che con il tempo si trasformano in ricordi di humus, liquirizia e mallo di noce. Sono le note aromatiche del più grande vino rosso della regione: l’Aglianico del Vulture (DOCG per le tipologie di vertice Superiore e Superiore Riserva). Un simbolo non solo della Basilicata, ma del Mezzogiorno.
Degustazioni di piatti tipici in uno dei borghi più belli d’Italia
La trama tannica imponente, che si fa setosa ed elegante con il passaggio in legno, regala il massimo piacere in abbinamento a lagane e ceci. Ma anche con un carpaccio di maialino affumicato con delizie di latte e crostino casereccio oppure una tagliata di vitello podolico con rucola, scaglie di grana e balsamico. Sinfonie papillari orchestrate ad arte da Roberto e Rocky Calitri a La Loggia del Monaco. Si tratta di un agriturismo a pochi minuti da uno dei borghi più belli d’Italia: Acerenza. Il centro storico della Città Cattedrale sembra vivere in armoniosa simbiosi con i cigli della rupe di tufo che ne cinge i fianchi e lo sospende nel cielo ad oltre 800 metri di altezza sulla valle del Bradano.
Il privilegio di visitare le cantine private, scavate nella roccia al di sotto dell’abitato, per ora è riservato a pochi. Ma noi abbiamo una guida acheruntina d’eccezione, Michele Orlando, Sindaco di Acerenza dal 1980 al 1990, che ci mostra il luogo incantato di fermentazioni e affinamenti. Che sia un patrimonio dal grandissimo potenziale lo si intuisce subito: le cantine, affacciate su un orizzonte che delinea l’Altopiano delle Murge come in un quadro rinascimentale, potrebbero essere inserite in un percorso enoturistico unico nel suo genere.
Acerenza: la città cattedrale
Rinomata invece, anche oltre i confini nazionali, la Cattedrale. Si tratta di un mirabile esempio di architettura in stile Romanico-Cluniacense, come ci racconta Antonio Saluzzi, decoratore per professione e cantore per diletto, che sa descrivere il fascino dei luoghi in cui vive e lavora con l’abilità di un poeta-ricercatore. Prima di entrare ci accompagna in una passeggiata perimetrale, alla ricerca dei mille, piccoli segreti incastonati nella trama di marmi millenari. Come i frammenti dei sarcofagi romani o i fusti di colonnine a spirale di marmo orientale. All’interno, poi, gli affreschi sopravvissuti all’intervento Barocco, la cripta e le volte sono coinvolgenti quando, al tramonto, la luce naturale attraversa il rosone fasciando l’altare maggiore.
Per i più avventurosi c’è il Volo dell’Angelo
Con la promessa di ritornare presto, eccoci pronti a ripartire e… a librarci nell’aria. Come i grandi rapaci padroni dei cieli sorvoliamo le Dolomiti Lucane, tra guglie e pinnacoli scolpiti dal vento. Oltre un chilometro e mezzo in poco più di un minuto su “ali meccaniche”. È il Volo dell’Angelo ovvero un carrello assicurato saldamente ad un cavo d’acciaio che collega i paesi di Castelmezzano e Pietrapertosa.
Passeggiate nel Parco Nazionale del Pollino e bagni in acque cristalline a Maratea
In rotta verso meridione, lasciamo il cielo ai rarissimi esemplari di aquila reale del Parco Nazionale del Pollino, un territorio silenzioso rotto solo dal vento che accarezza i profili contorti dei monumentali Pini Loricati. Ed ecco apparire le coste del Tirreno. I succulenti spaghetti alle patelle, da raccogliere a mano sugli scogli o da provare in uno dei tanti ristorantini tipici, lasciano un delizioso retrogusto di mare in bocca, mentre ci immergiamo nei fondali di Maratea decorati di madrepore di un intenso color arancio. Le pareti a strapiombo sul mare, le piccole insenature, le spiagge di ghiaia o di rena finissima e i promontori rocciosi che il mare periodicamente isola dalla terraferma rendono l’estremo lembo occidentale della Basilicata un capolavoro. “Forse in Italia non c’è paesaggio e panorama più superbi”, scriveva Indro Montanelli.
Wine tour tra le cantine e i vigneti del Vulture
- BARILE
- Allegretti
- ConsorzioViticoltori del Vulture
- Elena Fucci
- Giannattasio
- Lelusi
- Macarico
- Paternoster
- Tenuta le Querce
- Vigne Mastrodomenico
- RIONERO IN VULTURE
- Terra dei Re
- Martino
- Eubea
- Eleano
- Cantina del Vulture
- Cantine del Notaio
- Basilisco
- D’Angelo
- VENOSA
- Cantine Re Manfredi
- Cantina di Venosa
- Lagala Viticoltori in Vulture
- Cantine Madonna Delle Grazie
- ALTRE LOCALITÀ
- Vigneti del Vulture (ACERENZA)
- Cantine dei Templari (FORENZA)
- Carbone (MELFI)
- Michele Laluce (GINESTRA)
- Bisceglia (LAVELLO)
- Casa Maschito (MASCHITO)