Scoperte: il sapore del vino nella Roma Antica, speziato e molto complesso
Uno studio approfondito sui vini romani ha rivelato che la bevanda era ricca di aromi speziati e molto complessi, aveva grande bevibilità e soprattutto non rendeva brilli, merito dei tipici contenitori di terracotta utilizzati per la conservazione del vino chiamati Dolia. La scoperta è il frutto del lavoro svolto da parte di un team di ricercatori dell’Università di Gand, in Belgio: le conclusioni sono state pubblicate sull’autorevole rivista accademica “Antiquity”.
“Pensiamo che producessero vini molto secchi, molto complessi, ma allo stesso tempo estremamente bevibili” (Dimitri Van Limbergen, Università di Gand)
Come era il vino degli antichi romani?
Lo studio ha dimostrato che 2 mila anni fa gli antichi romani producevano vini deliziosi, tra cui una bevanda particolarmente pregiata color ambra che aveva l’aroma di noci e spezie e una gradazione alcolica di circa l’11%. Il gusto caratteristico richiamava al pane tostato e alle noci, certamente sapori sconosciuti al bevitore moderno, ma soprattutto il vino in questione non lasciava sbornie.
Come si faceva il vino nell’antichità
“Nessuno studio aveva ancora esaminato attentamente il ruolo dei vasi di terracotta nella vinificazione romana e il loro impatto sull’aspetto, l’odore e il gusto dei vini antichi”, ha sottolineato Van Limbergen. I romani seppellivano i loro Dolia nel terreno, lasciando inizialmente i coperchi aperti durante la fermentazione, come riscontrato nei siti di Pompei e Boscoreale nella regione Campania e a Le Muracche, in Abruzzo.