Oltre 200 milioni di persone nel mondo imparano l’italiano per stare al passo con la cultura e lo stile di vita del Bel Paese, soprattutto americani, tedeschi e giapponesi. Ma perché il made in Italy piace tanto all’estero? A rispondere è la ricerca del CENSIS commissionata da Ornellaia (il fine wine italiano tra i più amati al mondo) e presentata a Sotheby’s Milano in occasione della nona edizione del progetto Vendemmia d’Artista.
I nordamericani sono quelli che si emozionano di più pensando e vivendo l’Italia, seguiti da tedeschi e giapponesi. Al 4° posto troviamo gli slavi occidentali, vale a dire polacchi, cechi e slovacchi e infine i francesi, i quali forse amano più l’Italia di quel che immaginiamo. D’altronde secondo la classifica mondiale della reputazione stilata dal Country RepTrak (che ci pone al 12° posto nel mondo) l’Italia è il paese con la maggior differenza tra l’opinione esterna e quella interna: in una scala da 1 a 10 la nostra reputazione esterna è 7,1 mentre internamente ci diamo un voto pari a 5,7.
Tre sono i punti cardine che emergono dalla ricerca: 1) lo stile di vita; 2) le emozioni e 3) il prodotto italiano. Ma cosa si intende per stile di vita? Per il 42% degli intervistati è la ricercatezza che si esprime nella volontà di distinguersi dalla massa, con attenzione ai particolari e all’originalità. Il 38% apprezza la capacità di saper riconoscere la bellezza, il 12% la gioiosità e il 9% il ritmo di vita più lento e naturale.
L’emozione di vivere un’esperienza si lega soprattutto alla sensorialità di gusto, tatto, olfatto e udito. Un altro tratto fondamentale per il 25% è quello formativo, di carattere culturale. Il 21% è invece dedito alla partecipazione, alla voglia di comunicare con gli italiani per sentirsi parte del luogo. Poco spazio infine alla rappresentazione di sé 9%, parrebbe sintomo del fatto che il turista straniero non sente il bisogno di raccontarsi. Questo fa dell’Italia una meta eccezionale per le nuove tendenze del turismo che sono sempre più attente agli “experiential travel” e i “transformational travel”.
Che caratteristiche deve avere il prodotto italiano? la qualità 30%, intesa come il lavoro ben fatto; la bellezza 29%; l’autenticità 22% e la forza evocativa 18%.
CENSIS indica che per i nuovi consumatori di qualità, l’aspetto emozionale varrà circa il 15% in più rispetto ai vecchi consumatori, prefigurando un fenomeno che definisce come Economia delle Emozioni.
All’interno di questo contesto rientra a pieno titolo il settore dei vini, in particolare per quanto riguarda i fine wine. Scopri di più nell’articolo Vini di lusso: i 9 italiani della top 100 mondiale