AIS Puglia: i migliori vini dolci pugliesi in abbinamento al Fico Mandorlato di San Michele Salentino

Nell’ambito della 22a Edizione del Festival di San Michele Salentino che ha visto protagonista principale il Fico Mandorlato, con le sue caratteristiche nutrizionali e la sua storia legata al territorio, si è svolta la 14a edizione del concorso-selezione: “I migliori vini dolci di Puglia incontrano i Fichi Mandorlati”.

I migliori vini dolci pugliesi in abbinamento al Fico Mandorlato

“Questa iniziativa – ci ha spiegato il Delegato di Brindisi dell’AIS Puglia Rocco Caliandro – da oltre un decennio mette in luce i vini dolci pugliesi in abbinamento a un prodotto tipico, il Fico Mandorlato, dando lustro al territorio tutto e grazie all’impegno dei Produttori tutti che la Puglia mette in scena questo mosaico sensoriale unico al mondo. Grazie al Presidente Pierangelo Argentieri ed al Sindaco Giovanni Allegrini, siamo felici come AIS Puglia di rafforzare il rapporto tra le comunità del “Ficus-Net, la Rete Mediterranea delle Città del Fico“.

Un concorso riservato ai produttori pugliesi

Il concorso-selezione riservato specificatamente ai produttori di puglia, ha messo in luce, dopo un’attenta valutazione da parte di una giuria tecnica e popolare, i vini dolci pugliesi che meglio si abbinano al Fico Mandorlato. L’iniziativa promossa dal Comune di San Michele Salentino ed organizzata da Hortus Puglia ed AIS Puglia – Delegazione di Brindisi, si è tenuta il 30 agosto 2024 nella centralissima Piazza Marconi con la massima trasparenza e sotto gli occhi dei visitatori presenti.

I vini che al termine delle degustazioni sono saliti sul podio:

Tutti i vini sono stati anonimizzati e degustati alla cieca con scheda a punteggio in ventesimi che ha considerato due aspetti: armonia dell’abbinamento ed originalità del vino.

  • 1° classificato: Primitivo Passito Maccone 2019 di Angiuli Donato di Adelfia (BA)
  • 2° classificato: Lo Apu Primitivo di Manduria Dolce Naturale 2022 di Antica Masseria Jorche di Torricella (TA)
  • 3° classificato: Piani di Tufara 2022 Moscato di Trani Dolce Naturale di Cantine Rivera Andria (BT)
  • 3° classificato Madrigale Primitivo di Manduria Dolce Naturale 2022 di Produttori Vini Manduria (TA)

Il Fico mandorlato di San Michele Salentino. Presidio Slow Food e Arca del Gusto

La tradizione dell’essiccazione dei fichi è tipica di tutto il sud Italia ed era praticata soprattutto dalle famiglie contadine. Ma l’idea di arricchire i fichi essiccati, aggiungendo la mandorla, nasce in questo territorio. San Michele Salentino è una località che fino a non molto tempo faceva parte dei comuni di San Vito dei Normanni e Ceglie Messapica. Qui le famiglie contadine iniziarono ad utilizzare entrambi i frutti per rendere un dolce molto semplice e povero, più complesso e ricco.

Il Fico mandorlato di San Michele Salentino

La preparazione del Fico mandorlato

La preparazione avviene raccogliendo a scalare i fichi in via di maturazione: si utilizzano solo i bianchi della varietà Dottato che vengono aperti a metà, appiattiti, e lasciati essiccare su graticci di canne (sciaje) al sole per una settimana. Una volta raggiunto il giusto grado di essiccazione, si pone dentro il fico aperto una mandorla intera tostata e non pelata in ogni metà (l’amaro della pellicina fa da contrasto con la dolcezza del fico e ne fa apprezzare di più il sapore). Le mandorle appartengono a una grande varietà di cultivar locali, tra le quali si ricordano: Riviezzo (Cegliese), Bottari (il nome locale della Genco), Sciacallo, Tondina, Sepp d’Amic. Si unisce, quindi, una scorzetta di limone e qualche seme di finocchietto selvatico. Si sovrappone il fico ad un altro fico e si chiude: si infornano quindi a temperatura medio-bassa per circa un’ora. Una volta tolti dal forno, i fichi sono controllati uno ad uno, e si scartano quelli troppo cotti. La preparazione dei fichi mandorlati comincia alla fine di agosto e prosegue fino alla fine di settembre. Questo dolce tipicamente invernale si trova a San Michele Salentino, a San Vito dei Normanni e a Ceglie Messapica. (fonte: Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus)

Articoli consigliati