Ben Ryé, il Passito di Pantelleria di Donnafugata

Le uve di questo Passito di Pantelleria provengono da 12 diverse contrade dell’isola caratterizzate da microclimi unici che determinano differenti epoche di maturazione. La vendemmia inizia dopo il 15 agosto con le uve destinate all’appassimento naturale che avviene al sole e al vento e dura 20-30 giorni.

Le uve sono stese sui graticci per l'appassimento: in basso lo Zibibbo al suo stadio iniziale, in alto, i grappoli che hanno raggiunto il giusto grado di disidratazione. Foto di: Anna Pakula
Uve stese sui graticci per l’appassimento: in primo piano lo Zibibbo al suo stadio iniziale, sullo sfondo, i grappoli più scuri che hanno raggiunto il giusto grado di disidratazione. Foto di Anna Pakula

A settembre si raccolgono le uve nelle contrade meno precoci, e si lavorano fresche: si raffreddano per preservare gli aromi e poi si pressano sofficemente per ottenere il mosto. Al mosto in fermentazione si aggiunge – a più riprese – l’uva passa sgrappolata a mano. Questa è la delicata fase della macerazione durante la quale l’uva passa rilascia il suo straordinario patrimonio di suadente dolcezza, freschezza e personalissima aromaticità. In seguito il vino affina in vasca almeno 7 mesi e 12 mesi in bottiglia.

José e Antonio Rallo proprietari dell'azienda Donnafugata, assaporano la dolcissima uva da cui si produce il Ben Ryé, passito di Pantelleria. Foto di Anna Pakula
José e Antonio Rallo proprietari dell’azienda Donnafugata, assaporano la dolcissima uva da cui si produce il Ben Ryé, passito di Pantelleria. Foto di Anna Pakula

“A Pantelleria – afferma Antonio Rallo winemaker dell’azienda di famiglia – siamo impegnati su 68 ettari di vigneto, dislocati in 14 differenti contrade; la vigna è coltivata su terrazzamenti, con il tipico sistema dell’alberello pantesco, dichiarato da poco più di un anno patrimonio Unesco; il passito Ben Ryè è un simbolo di viticultura eroica così come di un processo produttivo di sapiente artigianalità: appassimento naturale dell’uva fresca su graticci, sgrappolatura manuale dell’uva passa e vinificazione condotta a regola d’arte. Un vino di cui siamo orgogliosi e che ripaga le nostre fatiche.”

Un successo quello del Ben Ryé che mette d’accordo anche i critici: “un vino da knock-out” per Monica Larner di Wine Advocate che ha raccontato la longevità del Ben Ryé attraverso una verticale di 22 annate; “un vino che ti gioca lo scherzo di essere allo stesso tempo super-concentrato e leggiadro” secondo Ian d’Agata su Vinous; “sole e albicocche” per Luca Gardini che lo ha inserito nella sua Top 50 vini del mondo così come pochi anni fa Wine Enthusiast lo ha inserito nella propria Top 100; menzioni e riconoscimenti anche sui siti di Jancis Robinson e James Suckling, che tutti insieme permettono di inserire il Ben Ryé ai vertici dei vini dolci del mondo insieme ai migliori Sauternes francesi, Tokaj ungheresi e Icewine. Per informazioni e visite in cantina: www.donnafugata.it